
GianfrancoBert Utente registrato 05/04/2018 23:31:09
|
Buonasera: in un condominio esiste da 39 anni una cisterna in calcestruzzo grezzo non a norma,non vetrificata e mai sanificata, collegata ad un'autoclave che tramite pompa sommersa,con impianto elettrico non a norma, fornisce l'acqua a tutti gli appartamenti.Premetto che l'acqua arriva a tutti i piani anche senza l'ausilio dell'autoclave,ma viene tenuta in uso costante più per abitudine ad una forte pressione e per qualche raro caso di interruzione della fornitura,che per necessità. Da poco, su richiesta di un condomino del pianoterra l'amministratore ha fatto sostituire tutto il polmone e il pressostato dal solito factotum non qualificato, tanto che, dopo qualche mese, tutto l'apparato è andato nuovamente in tilt. A questo punto interviene un condomino (nuovo arrivato nel palazzo) che contesta all'amministratore il precedente intervento e gli impedisce il nuovo, chiedendogli di spegnere e sigillare tutto perchè sostiene che entro il 25/12/2003 lui avrebbe dovuto mettere in conformità tutto l'impianto e la cisterna, effettuando, da tale data, tutto ciò che il decreto prevede, per cui, lui non avrebbe pagato nulla di tutto ciò che è stato fatto, oltretutto senza delibera e senza urgente necessità, su un impianto completamente fuorilegge dal 2003 ad oggi. L'amministratore ignaro dell'esistenza del decreto(si è scoperto poi che quasi nessuno degli amministratori lo conosce) ha dichiarato che trattandosi di un decreto non convertito in legge, non era tenuto a metterlo in atto. La domanda che si pone è: ha ragione l'amministratore sul " decreto " o il condomino sul fatto che non si devono spendere soldi su qualcosa che per legge, in quelle condizioni, non dovrebbe esistere? Ringrazio per la chiarezza e la sollecitudine che Vi contraddistingue.
|